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mercoledì 10 luglio 2013

UN NUOVO APPROCCIO AL DIRITTO ED ALLA PROFESSIONE LEGALE: IL "COMPREHENSIVE LAW APPROACH"

il “Comprehensive Law Approach”

A partire dall’ultimo decennio è andato affiorando un nuovo modo di intendere la professione legale, fondato su un approccio al diritto globale, integrato, umanistico, interdisciplinare, riparativo e spesso terapeutico
Questo approccio è il risultato della sintesi di alcune nuove discipline che hanno rapidamente guadagnato visibilità, consenso e popolarità e che rappresentano emergenti, nuove o alternative forme di esercizio della professione legale, di risoluzione dei conflitti e di giustizia.
Gli Strumenti con cui viene veicolato questo nuovo modo di intendere la professione legale sono:
°Collaborative Law
°Preventive Law
°Procedural Justice
°Transformative Mediation
°Creative Problem Solving
°Therapeutic Jurisprudence
Esaminiamoli singolarmente
°Collaborative Law Si tratta di un metodo utilizzato soprattutto nei casi di separazione e divorzio. in queste ipotesi i soggetti coinvolti si trovano nella condizione di dover elaborare un modo per risolvere i loro contrasti su tutte le questioni rilevanti. In siffatto contesto, il collaborative law è configurato per minimizzare il conflitto, lavorando allo stesso tempo per il conseguimento dell’obiettivo di cui sopra. Le parti e i loro avvocati si impegnano dunque ad effettuare, in buona fede, un tentativo di raggiungere una soluzione accettabile da tutti senza dover instaurare una lite innanzi a un giudice. Lavorando insieme, si sforzano di giungere a un accordo che soddisfi gli interessi non solo giuridici e finanziari ma anche emotivi di ciascuno. Preliminarmente, le parti e i loro avvocati sottoscrivono un accordo in base al quale si impegnano a scambiarsi tutte le informazioni finanziarie pertinenti; a mantenere l’assoluta riservatezza riguardo tutto ciò che accadrà durante il procedimento, così che ciascun partecipante possa sentirsi libero di esprimere le proprie necessità e preoccupazioni; a tentare di raggiungere un accordo scritto su tutti i punti rilevanti al di fuori di un procedimento giudiziale contenzioso, autorizzando nel contempo gli avvocati ad utilizzare poi l’accordo eventualmente sottoscritto di fronte al giudice per ottenere il provvedimento di separazione o divorzio.
°Preventive Law Questo approccio cerca di evitare o prevenire la lite. Si chiede quali misure possano essere approntate per prevenire future controversie o futuri problemi legali. Consente agli avvocati di intervenire nelle vite dei clienti prima dell’insorgere dei problemi; al cliente possono essere così risparmiati gli effetti traumatizzanti di un contenzioso. Il preventive law enfatizza il ruolo della relazione avvocato-cliente, delle relazioni in generale e della pianificazione. Esso prende inoltre in considerazione il fatto che le relazioni interpersonali, come quella tra marito e moglie, o tra datore di lavoro e lavoratore, potrebbero perdurare anche dopo le difficoltà contingenti, e dunque che una “soluzione” la quale comporti oggi una compromissione irreparabile del rapporto potrebbe condurre in futuro ad altri problemi legali, rivelandosi pertanto una non-soluzione.
°Procedural Justice Questo approccio suggerisce che la lite in sé non è necessariamente quel che le persone vogliono dalla legge; piuttosto esse vogliono avere l’opportunità di raccontare la loro storia, di essere trattate con rispetto dalle autorità e che la decisione eventualmente presa nei loro confronti da un terzo sia loro spiegata in termini comprensibili Non si tratta, di per sé, di un modo di praticare la professione o amministrare la giustizia, ma le sue intuizioni hanno rilevanti conseguenze per gli avvocati, i loro clienti e i magistrati.
°Transformative Mediation L’approccio trasformativo alla mediazione non ricerca la risoluzione del problema immediato, ma piuttosto persegue il “potenziamento” e il “reciproco riconoscimento” delle parti coinvolte. Potenziamento significa rendere le parti capaci di definire da sé le questioni che le interessano e di cercare da sé le relative soluzioni. Riconoscimento significa invece mettere le parti in grado di diventare consapevoli del punto di vista dell’altro e di capirlo; di comprendere come l’altro concepisce il problema e perché ricerchi una data soluzione (senza che ciò, si sottolinea, comporti l’essere d’accordo con quel punto di vista). Spesso, Potenziamento e Riconoscimento preparano la strada per una soluzione reciprocamente accettabile, ma questo, per la mediazione trasformativa, è solo un effetto secondario. Lo scopo principale della mediazione trasformativa rimane infatti quello di promuovere il potenziamento e il reciproco riconoscimento delle parti, mettendole così in grado di affrontare il loro problema corrente, così come i problemi successivi, con una visione più forte e al contempo più aperta. Nella mediazione trasformativa, la responsabilità in ordine ai risultati ricade direttamente sulle parti.
°Creative Problem Solving I media sono soliti ritrarre gli avvocati come “combattenti”. Sebbene questo ruolo sia qualche volta il più appropriato, i clienti e la società sempre più oggi richiedono d’altra parte agli avvocati di accostarsi in maniera più creativa ai problemi, senza rimanere confinati esclusivamente in quel ruolo. Altre dimensioni possibili per l’avvocato sono, per esempio, quelle del problem solver e del designer. Il Creative Problem Solving è una metodologia che consente di lavorare individualmente oppure in gruppo in modo creativo ed efficace, aumentando la capacità di trovare soluzioni innovative e non convenzionali ai problemi che si stanno discutendo. Questa metodologia permette di: migliorare le capacita di analisi e individuazione dei problemi; identificare le soluzioni; valutare l’efficacia e le possibilità di implementazione; scegliere e approfondire le soluzioni valutate più efficaci. Il Creative Problem Solving si articola di quattro attività fondamentali: 1. Analisi dei problemi
2. Definizione dei problemi
3. Proposta di idee-progetto
4. Progettazione
°Therapeutic Jurisprudence Per therapeutic jurisprudence, “diritto psicoterapeutico”, si intende lo studio del ruolo del diritto come agente terapeutico. Tale disciplina si focalizza sull’impatto che il diritto ha sulla vita emotiva e sul benessere psicologico, aree sinora oggetto di scarsa attenzione, preoccupandosi del lato umano, emozionale e psicologico del diritto e della giustizia. Fondamentalmente, il diritto psicoterapeutico è una prospettiva che considera la legge una forza sociale generatrice di comportamenti e conseguenze. Qualche volta queste conseguenze ricadono nell’ambito di ciò che viene definito terapeutico; altre volte, nell’ambito di ciò che invece è antiterapeutico. Questo approccio richiede che si sia consapevoli di ciò e che, pertanto, si cerchi di capire se le leggi possano essere scritte e applicate in accordo a un punto di vista maggiormente terapeutico. Il diritto psicoterapeutico vuole essere quindi una maniera di guardare al diritto in un modo più ricco, portando all’attenzione alcuni di quegli aspetti che precedentemente rischiavano spesso di passare inosservati

(Inrnerio)