E' arrivato l'ok definitivo del Senato ed è diventato legge il “Decreto Sviluppo” che prevede, al proprio interno, un importante strumento di contrasto alla pirateria del software, ampliando la responsabilità penale amministrativa dell'ente, regolata dal decreto legislativo n. 231 del 2001, anche ai reati a tutela del diritto d'autore previsti agli articoli 171bis e 171ter della legge n. 633 del 1941.
Le nuove norme prevedono oggi una responsabilità amministrativa specifica in capo all'ente (persona giuridica pubblica o privata) per la violazione delle norme previste dalla legge sul diritto d'autore a tutela dei programmi per elaboratore (oltre che delle altre opere dell'ingegno), qualora i reati siano stati commessi nell'interesse o vantaggio dell'ente da persone che rivestono funzioni di rappresentanza, di amministrazione o di direzione dell'ente o di una sua unità organizzativa dotata di autonomia finanziaria e funzionale nonché da persone che esercitano, anche di fatto, la gestione e il controllo dello stesso, ovvero anche da persone sottoposte alla direzione o alla vigilanza di uno dei soggetti di cui sopra.
D'ora in avanti, dunque, l'ente potrà essere condannato - oltre che in sede civile con le sanzioni del risarcimento del danno e dell'inibitoria - anche in sede penale amministrativa, con sanzioni pecuniarie che possono arrivare a circa 775.000 euro, e con sanzioni interdittive (per esempio la sospensione dell'autorizzazione o il divieto di pubblicizzare beni o servizi fino ad un anno).
Non solo, i soggetti in posizione apicale potranno essere ritenuti a loro volta responsabili nel caso in cui abbiano omesso di adottare le necessarie policy finalizzate a evitare la commissione del reato. «
Come sempre il veleno è nella coda.
Al di la della notevole sanzione economica che viene posta come pena (775.000= € non sono bruscolini per una grossa società e possono significare il "default" per una piccola o media) da oggi occorrerà che gli amministratori di società (per le aziende di piccole e medie dimensioni) e i responsabili Area EDP (per le società di maggiori dimensioni) si mettano di buona lena a controllare, con regolarità, i pc dei dipendendi (con buona pace della privacy).
Infatti l'allargamento della responsabilità ai soggetti in posizione apicale (leggasi amministratori) comporterà l'esigenza che quest'ultimi si tutelino adeguatamente.
Orbene, è vero che la norma parla di responsabilità ove detti soggetti abbiano omesso di adottare le necessarie policy finalizzate ad evitare la commissione del reato, ma è altrettanto vero che qualsivolgia policy aziendale per risultare efficace deve prevedere un controllo circa la sua effettiva applicazione.
Non basterà quindi dire "è vietato scaricare/installare software pirata" per sostenere di essere in regola. Occorrerà anche un'occhiuto controllo che detto divieto venga osservato.
Con la diffusione nelle aziende di dipendenti che utilizzano (per scopi propri) il file sharing e che scaricano "a manetta" dal web tutto ciò che stuzzica il loro appetito informatico, profetizzo un'esplosione di cause:
* per amministratori colti in fallo (presenza si software pirata sui pc aziendali)
* per dipendenti chiamati in causa dai sopracitati amministratori
* per amministratori chiamati in causa dai dipendenti per violazioni della privacy
Gli avvocati ringraziano.
(Avv. Marco Lenti Livraghi)